—ac
FranzKline_LeGros_1961.jpg

stanze

Ariete

Gridi la furia di un vecchio ariete
che non ha mai posseduto corna.

La tua voce muore in gola
e come veleno caustica e sorda
torna giù in pancia là dove è nata
ad ardere il pianto dello schiavo ribelle.


—ac
Crepuscolo di mezzo

La mia voce ha il peso di tante vite,
seguo una zingara regina di fiori vestita di niente.

Quando la chiamo mi perde
e piangendo sussurra parole d’amore.

Mi cerca nei prati, i vicoli rossi, nel fango degli argini,
ma è in un crepuscolo di mezzo che io mi nascondo.


—ac
Fuochi di sopra

Proprio adesso
ed è impossibile.

Il tamburo che gira
non è di latta
ma pieno di cose
di chimico umore.

I fuochi di sopra
poi il legno che parla
non si capisce
e come i topi scricchiola.

Che fine hanno fatto.

Se morti nel gesso
si sono dati
o fatti giganti.

Veri di rabbia
immoti nel vuoto
di una caccia finita
e un amore perduto.


—ac
Miele di paglia

Bevi acqua come cani il vino,
di vite storte ti ubriachi.

Sai dei sogni di tutti i folli
il miele di paglia dei loro graffi.

Novembre ladro, ti prego resta.

Continua a rubare, mentire ed essere.
Non farti ammazzare dalla volpe dorata
né dal respiro che porta via il giorno.


—ac
Canoni e fughe inverse

Le sei e trentotto
la scimmia più nera e più forte.

Coi denti rotti
il petto d’acciaio
lo sguardo demente.

Sono canoni e fughe inverse
del tempo le fiere mute.

Solo numeri estratti
come idee non scritte
dimenticate.


—ac